Swing golf? Lo swing è uno dei due movimenti che vengono fatti sui campi di golf. L’altro è quello del pendolo, che userai soprattutto sul green e talvolta per eseguire dei colpi a correre. Se il pendolo è un movimento piuttosto semplice, lo swing nel golf è invece maledettamente complicato.
In queste poche righe non voglio certo insegnarti a fare uno swing perfetto. Ci mancherebbe. E poi come potrei insegnare una cosa che nemmeno io so fare? Tuttavia vorrei metterti a conoscenza di qualche trucchetto che a me è servito parecchio per iniziare a colpire la palla e a farla volare.
Quindi, se stai cercando un tutorial sullo swing, meglio se cambi sito e vai a vederti le ottime lezioni di Danny DeColle o di Ferruccio Crotti.
Qui troverai solo qualche consiglio che a me (ripeto: a me) è servito tantissimo. Non sono un maestro, sono solo un appassionato golfista cinquantenne e principiante. Quindi senza la necessaria esperienza che serve per insegnare. Tuttavia io ho imparato a “swingare” meglio proprio seguendo i consigli di un amico (anche lui cinquantenne e di poco meno principiante di me) che proprio sapendo quali errori faceva lui fino a qualche mese prima ha saputo darmi delle dritte per migliorare il mio stile di gioco.

Iniziamo?
Ho diviso i consigli in 7 capitoli. Cioè un capitolo per ognuna delle parti di impostazione e/o di movimento che lo swing nel golf richiede. Piccola nota: le descrizioni sono per individui destrorsi. Se sei mancino fai il contrario di quanto scritto…
1 – Swing golf: l’impugnatura
Tutto quello che il tuo pro ti dice va bene. Non cambiare nulla. Ma, se ti manca un po’ di potenza, potresti provare a cambiare la posizione del mignolo della mano destra. Adesso probabilmente lo tieni o sopra all’indice della mano sinistra o intrecciato in una posizione che si trova tra indice e medio della mano sinistra. Tecnicamente parlando il tuo è un overlap grip oppure un interlock grip.
Ho provato a non mettere il mignolo sopra l’indice ma ho spostato un filo la mano destra in basso in modo che mignolo e indice si tocchino ma che entrambe le dita tengano lo shaft del bastone più saldamente. E’ una impugnatura adatta principalmente ai bambini e a chi ha poca forza nelle mani. Ma chissenefrega…. Si perde un po’ di controllo ma si aumenta di molto la potenza. Ah… questa impugnatura si chiama baseball grip. Nella foto qui sotto è la prima. La seconda è l’overlap, la terza si chiama interlock.

2 – Stance
E’ la posizione dei piedi rispetto alla palla. Questa dipende molto da che bastone hai in mano (driver? Legno? Ferro?), in che punto del campo ti trovi (approccio? Sabbia? Tee box?) Nonché dalla distanza che dovresti fare. Diciamo che più il colpo deve essere lungo e più dovresti essere ben piantato per terra per imprimere più forza alla palla e per evitare di perdere l’equilibrio. Ma dato che lo stance è veramente troppo soggettivo direi che non vale la pena dare nessun suggerimento ma rimandare alla visione di un video di B2G golf che invece spiega per filo e per segno quale posizione assumere coi piedi in ogni situazione.
3 – Swing golf: il setup
E’ la posizione del corpo rispetto alla palla. Anche in questo caso tutto quello che il tuo pro ti ha detto è vero e sacrosanto. Due piccole note: la prima è che non devi sforzarti di inclinare la spalla (quella destra, of course…) verso destra. Questo succede in automatico in quanto se, quando impugni il bastone, la mano destra viene posizionata sotto la sinistra, allora in modo del tutto naturale il tuo corpo sarà già inclinato quel tanto che basta. E dunque la spalla destra si troverà naturalmente più sotto rispetto a quella sinistra.
In questo video il maestro Michele Rigone lo spiega molto, ma molto bene.
Ma, e questo a me è servito tantissimo, ho imparato a guardare la palla da destra verso sinistra.
E per guardare la palla in questo modo c’è un’unica posizione da assumere: inclinare leggermente la testa verso destra. Non so perché ma se mi ricordo di inclinare la testa i colpi che ne risultano sono di gran lunga più puliti e potenti.
Swing Golf: i 4 movimenti fondamentali. Backwsing, hesitation, downswing e finish
4 – Backswing
Nulla da aggiungere a quanto ti avrà già detto il tuo pro. Unica cosa ricordati che il movimento dovrebbe iniziare dalla rotazione verso destra dei fianchi. E non dalle braccia che si alzano. Mi spiego meglio: se nel backswing inizi a ruotare i fianchi diventa più naturale, a circa un terzo della rotazione, iniziare ad alzare le braccia. Se invece inizia prima ad alzare le braccia va a finire che poi non riesci più a ruotare e quindi, nel successivo movimento di discesa, perdi potenza.
5 – Downswing
Nulla da aggiungere. Tanto da allenare. E su questo argomento direi che possiamo chiudere qui la questione. Qui il video di Ferruccio Crotti su come allenare il downswing.
6 – Finish
Ecco il classico movimento che inizialmente mi filavo poco. Il ragionamento era “ma se la palla l’ho già colpita che gliene frega alla palla del mio finish? È solo estetica…” pensavo. E invece no. Pensare al finish prima di colpire la palla significa colpirla meglio. Ovviamente non basta pensarlo. Bisogna organizzare, predisporre il corpo, al finish. E, una volta che il corpo è predisposto, il finish viene da sé. Con vantaggi enormi dal punto di vista di quello che accade prima. Quindi preparati al finish. E poi eseguilo. Vedrai che il tuo swing ne guadagnerà parecchio. E non solo in stile.
Ma quando devo predispormi al finish? Ecco l’importanza dell’ultimo movimento di cui voglio parlarti. L’hesitation.
7 – Swing golf: l’importanza dell’hesitation
In ordine cronologico l’hesitation sta tra il backswing e i downswing. Ne parlo alla fine perché richiama dei concetti che devono essere già chiari su tutto il resto del movimento di swing. Questa piccola pausa che si può fare all’apice del backswig non me lo avevano insegnata. L’ho scoperta studiandomi un po’ di video. Però, da quando ho scoperto questo mezzo secondo di pausa, il mio swing è cambiato. In meglio.
Lo swing nel golf è un movimento complicato. Nel tempo, parlando con vari amici e conoscenti, ho sentito descriverlo come un problema di ritmo, di equilibrio, di sincronizzazione, di bilanciamento, etc… Mai di un problema di forza. E in effetti è proprio così. Io lo definisco con la parola coordinazione che è quella che secondo me spiega molto bene la complessità dello swing.
Ora: o sei un atleta che ha la coordinazione dei movimenti nel DNA o, se non sei un supereroe e sei una persona normale, allora per coordinare i movimenti hai bisogno di qualche decimo di secondo per pensare e mettere in ordine la sequenza di movimenti da eseguire. Un po’ come i tuffatori che prima di fare un triplo carpiato dalla piattaforma da 10 metri hanno bisogno di qualche secondo per rivedere mentalmente i movimenti da fare ed evitare di spiaccicarsi sul sull’acqua.
Nel golf questo momento nel quale si recupera la concentrazione può essere dato dall’hesitation.
Hai già fatto metà dei movimenti necessari. Un po’ dettati dalla routine (ne parleremo in seguito) un po’ perché già ti sei concentrato a ruotare i fianchi mentre alzi il bastone mantenendo la testa ferma.
Ora sei all’apice che ti manca di fare?
Mettiamo in fila tutto quello che dovrà accadere nei prossimi decimi di secondo:
1. spostamento del peso sul piede sinistro
2. iniziare a ruotare il bacino spingendo l’anca destra in avanti
3. iniziare a far cadere il bastone controllando l’arco che si dovrebbe fare
4. completare la rotazione del bacino accompagnando il movimento con le spalle
5. accelerare il movimento delle braccia per dare velocità alla pallina nel dopo impatto
6. rilasciare i polsi (ricordo che l’angolazione dei polsi è un’enorme fonte di energia che va rilasciata il più tardi possibile)
7. colpire la pallina
8. il finish
Per coordinare tutti i movimenti serve un momento di riflessione
Ho scordato qualcosa? Probabilmente si. Ma 8 movimenti da coordinare nell’arco di un decimo di secondo o poco più mi sembra già tanta roba… Se poi ne devo aggiungere altri 5 o 6 nella fase di backswing ecco che il mio cervello non riesce a processare queste informazioni tutte assieme e nella giusta sequenza. Con il risultato di fare un colpo penoso. Ecco che separare il backswing dal downswing con un momento nel quale riorganizzare le informazioni ancora da eseguire mi è sembrata una splendida idea.
Ecco. All’apice del backswing mi prendo un attimo per vedere in anteprima quello che dovrò fare tra un istante e … devo dire che funziona! Statisticamente su 100 swing che eseguo completi di hesitation ho una percentuale di palle “belle” di oltre il 75%. Senza hesitation questa statistica si porta sotto al 50. Quindi direi che è un motivo più che valido per inserire l’hesitation di diritto nelle parti dello swing.
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